Il post La proposta MSCI potrebbe innescare 15 miliardi di dollari di vendite crypto nelle società pubbliche è apparso per primo su Coinpedia Fintech News
Una proposta di modifica delle regole da parte di MSCI sta rapidamente diventando un importante argomento di discussione tra la finanza tradizionale e i mercati crypto. Gli analisti avvertono che la mossa potrebbe innescare miliardi di dollari in vendite forzate, non solo in azioni, ma potenzialmente riversandosi anche in Bitcoin stesso. Al centro del dibattito c'è come le società pubbliche con forti esposizioni crypto vengono trattate all'interno degli indici azionari globali.
MSCI, uno dei fornitori di indici più influenti al mondo, sta considerando di escludere le società che detengono più del 50% dei loro asset in asset digitali dai suoi Global Investable Market Indexes. La proposta è stata presentata per la prima volta a ottobre ed è ancora in fase di consultazione, con una decisione finale prevista entro il 15 gennaio 2026. Se approvata, le modifiche entrerebbero probabilmente in vigore a febbraio 2026.
Questo non è un piccolo aggiustamento tecnico. Gli indici MSCI guidano trilioni di dollari di capitale istituzionale, il che significa che qualsiasi riclassificazione può rimodellare istantaneamente i flussi di mercato.
La questione centrale è come MSCI definisce il rischio. La regola proposta si basa puramente sulla composizione del bilancio, non su come un'azienda opera effettivamente. I critici sostengono che questa soglia rigida ignora la realtà delle strategie di tesoreria degli asset digitali.
Per aziende come MicroStrategy, che detiene oltre 671.268 BTC, Bitcoin è trattato come un asset di tesoreria a lungo termine piuttosto che come un'operazione speculativa. Tuttavia, nel quadro di MSCI, un aumento del prezzo di Bitcoin da solo potrebbe spingere tali società oltre il limite del 50% e portare alla rimozione dall'indice, anche se il loro modello di business non è cambiato.
Gli analisti ritengono che il rischio sia reale. Circa 39 società quotate in borsa con una forte esposizione crypto, per un valore complessivo di circa 113 miliardi di dollari, sono attualmente incluse negli indici collegati a MSCI. Se esclusi, gli ETF e i fondi comuni che replicano gli indici sarebbero costretti a vendere automaticamente queste azioni.
Le stime suggeriscono che questo potrebbe generare deflussi tra 10 e 15 miliardi di dollari. JPMorgan ha avvertito separatamente che escludere solo MicroStrategy potrebbe innescare circa 2,8 miliardi di dollari in vendite, evidenziando quanto concentrato e improvviso potrebbe essere l'impatto.
Le aziende fortemente investite in Bitcoin potrebbero spingere i mercati BTC nella turbolenza se le vendite azionarie si intensificano. Gli analisti avvertono di un ciclo auto-rinforzante: il calo dei prezzi delle azioni porta a più esclusioni dagli indici, vendite forzate e maggiore volatilità.
Oltre alla volatilità a breve termine, i partecipanti del settore temono che la regola possa rallentare l'adozione istituzionale delle criptovalute e minare la neutralità degli indici, un principio fondamentale dell'investimento passivo. Potrebbe anche attirare il controllo normativo mentre i decisori politici continuano a discutere su come dovrebbero essere classificati gli asset digitali.
Anche se la decisione finale è ancora a mesi di distanza, l'incertezza sta già emergendo. Azioni come MicroStrategy, Coinbase e i miner di Bitcoin potrebbero affrontare una maggiore volatilità mentre i mercati prezzano il rischio. L'esito potrebbe modellare non solo le azioni legate alle criptovalute, ma anche come gli asset digitali si inseriscono nei bilanci aziendali in tutto il mondo.
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Sì. Le aziende potrebbero ridurre l'esposizione agli asset digitali dichiarata raccogliendo liquidità, emettendo debito o spostando asset in filiali operative, anche se la loro strategia principale rimane invariata. Tali mosse sarebbero guidate dall'idoneità all'indice piuttosto che dai fondamentali aziendali, distorcendo potenzialmente le decisioni di allocazione del capitale.
Potenzialmente. Le aziende potrebbero riconsiderare come e dove gli asset digitali vengono detenuti o riportati, specialmente se le classificazioni contabili influenzano il trattamento dell'indice. Ciò potrebbe accelerare il lobbying per standard contabili globali più chiari per le criptovalute attraverso organismi come l'IASB o il FASB.
Se MSCI modifica la soglia, aggiunge periodi di tolleranza o introduce criteri qualitativi, l'interruzione immediata del mercato potrebbe essere ridotta. Tuttavia, l'incertezza prolungata potrebbe comunque mantenere le valutazioni volatili fino a quando le regole dell'indice finali non saranno bloccate e implementate.


